PASS TOUR2020

Parlando sinceramente, per come è iniziato questo fantastico 2020, non credevo di riuscire a fare un viaggio pieno di emozioni come quello che alla fine siamo riusciti a fare.
Il nostro obbiettivo era rimanere lontani dai grandi luoghi turistici e concentrarci in un viaggio itinerante creato a DOC per il momento difficile che stavamo vivendo. 
In parte ci siamo riusciti creando bene molte situazioni di soste libere isolati nella natura, ma come vedremo per vari motivi non sempre è stato possibile. 

 Partiamo da casa con la nostra Eriba direzione Nord\Nord ovest con l’intenzione di arrivare ai piedi del passo dell’Agnello in provincia di Cuneo. 

Un passo molto particolare con una strada molto stretta che sale su fino al confine con la Francia a 2730 metri sul livello del mare. 

Questo obiettivo non lo raggiungeremo mai. 

 Sulla Savona Torino, precisamente all’altezza di Altare, l’auto va in protezione per un guasto. La macchina comunque riesce a muoversi e scortato dal carro attrezzi riusciamo ad uscire dall’autostrada e rientrare per statale a Vado Ligure, sistemarci in un camping di fortuna, il Camping Charlie, per il tempo necessario ad aggiustare il guasto. Guasto che fortunatamente grazie all’amico Alessandro riusciamo a risolvere in 3 giorni, tempo per far arrivare il Maniccotto dell’aria che si è bucato e cambiarlo. 


 Chi avrebbe mai detto di passare delle giornate al mare !! Con giacche pesanti e pile stivati nell’armadio della roulotte, sfoderiamo gli unici costumi che ci portiamo sempre dietro e cerchiamo di cogliere il lato positivo di questo imprevisto. 

Scopriamo luoghi che altrimenti non avremo mai visto come la Spiaggia dei Saraceni e il litorale a ponente di Savona, tuffi e bagni in un mare bello e assaggi di prelibatezze liguri sconosciute anche a noi che comunque siamo liguri, ma di levante, come la farinata di grano. Non voglio parlare male del campeggio che ci ha ospitati, mi limito a dire solo che non è il nostro genere.

 Tipica struttura vicino al mare, piazzole molto piccole e caro.


 Dopo l’egregio lavoro di Alessandro e della sua officina, salutiamo la costa, lasciamo l’idea del Passo dell’Agnello e decidiamo di andare a leccare le ferite vicino ad Entraque. Davanti al bivio per il Lago delle Rovine e San Giacomo, curioso un cartello di “attenzione da qui niente segnale cellulare “. 



Avevamo trovato quello che cercavamo! 

 Esclusa la via a destra, quella che porta al lago per esaurimento posti nell’area sosta adiacente alle sue acque, cominciamo a salire per quella di sinistra verso San Giacomo.


8 chilometri di strada strettissima che sale su, in alcuni punti faticavo a tenere le ruote della caravan sulla sede stradale, ma con un Eriba al traino la cosa è stata quasi divertente

 Arriviamo e a nostra insaputa troviamo anche un campeggio, il “Sotto Il Faggio” Una struttura molto particolare, praticamente i suoi ospiti sono sistemati tutti in tenda, una struttura molto spartana fa da gruppi wc, reception e area consumè.

 Ovviamente chiediamo se hanno un posticino per noi e ovviamente ci dicono di no. Pare che in questo 2020 tutti abbiano riscoperto il piacere del campeggio ! 

Poco male, sfoderiamo le nostre capacità di autonomia e adattamento, ci sistemiamo in un parcheggio erbato, vicino a un torrente in mezzo ad abeti altissimi adiacente a un sentiero che nel giorno successivo ci porterà ad affrontare un piccolo trekking e scoprire una valle stupenda che porta a Rifugio Soria Ellena e Punta Roccati, tagliata in due da un corso d’acqua, abitata da camosci e marmotte, insomma una piacevole sorpresa !

E’ tempo di andare, 
l’auto va benone, e decidiamo di riprendere quell’itinerario che avevo studiato e fantasticato a casa, quello che comprendeva il Colle dell’Agnello ma che l’imprevisto ci ha fatto saltare. 

 Quindi dirigiamo per Sestriere,il comune più alto d’Italia, percorrendo solo statali, scelta questa, che prendiamo molto spesso e che ci riserva sempre tante sorprese paesaggistiche interessanti che altrimenti ci perderemmo in autostrada. Arriviamo nei pressi di Pragelato attorno le 19 e grazie all’App Park4night troviamo lungo la statale un posticino niente male dove passare la notte, un area abbastanza grande con tavoli bbq e una sorgente d’acqua dalla quale cogliamo occasione per rifornire le cisterne. 
La notte passa bene, e la mattina siamo obbligati a dare un colpo di stufa per stemperare e per poterci gustare un ottima colazione on the road. Fuori la temperatura è degna del nome “Pragelato” infatti la colonnina di mercurio segna 7 gradi. Percorriamo gli ultimi 8 chilometri per raggiungere Sestrier e sistemiamo il nostro treno nel parcheggio degli impianti di risalita. Di dovere una visita al paese, curioso il campo da golf più alto d’Europa, passeggiata lungo un sentiero fino ad una Malga con prodotti davvero interessanti, alcuni dei quali andranno ad arricchire la cambusa della caravan.
Dopo un buon pranzo al fresco a base di formaggi si comincia a scendere verso Cesana Torinese dove cogliamo l’occasione di vuotare in wc in una comoda area sosta camper lungo la strada. Percorriamo tutta la val di Susa e cominciamo la salita per il valico del Moncenisio. La strada sale e finalmente ci troviamo davanti alla famosa scala di tornanti che ci condurranno al grande invaso che affianca il passo.
Lo spettacolo paesaggistico riempie in nostri occhi di bellezza assoluta, i luoghi per sostare sono tanti, notiamo un area sosta sulle rive del lago ma piena di camper, quindi decidiamo di un alternativa “fai da te” e imbocchiamo, verso la fine del lago, una strada sterrata che porta ad una malga dove acquisteremo un ottima Raclette.

  Ci sistemiamo anche qui in libera, a bordo strada su un pianoro che ci permette di gustare a pieno il meraviglioso scenario naturalistico al crepuscolo che questa porzione di mondo ci regala. Una passeggiata lungo le sue rive è d’obbligo e osservando bene i vari sentieri che passano attraverso piccoli spechi d’acqua, formazioni rocciose e piante di Erica, il ricordo di paesi lontani e la loro somiglianza ci accarezza i ricordi di Smoghen.
E’ tempo di andare, è tempo di trovare un campeggio dopo 3 nottate in libera servendoci solo del sole per il nostro fabbisogno energetico e riserve d’acqua trovate per la strada . Scendiamo giù nella valle del Cenis e troviamo un campeggio abbastanza economico con ottimi servizi. Camping Lanslevillard ci ospiterà per 2 notti.


Qui si coglie occasione per visitare due cose: il famoso monolite roccioso alto 100 metri e largo poco più 30 e le statue scolpite da uno scultore della zona, tirate fuori da alberi in un bel bosco di conifere, un percorso questo, che ci delizia della visione di 16 opere d’arte disseminate in un percorso di circa 6 km. 

Ma la sosta al campeggio è anche e soprattutto un occasione per dare una rassettata alla roulotte, alla macchina e dare fondo a lavatrici con tanto di “stesate” epiche ! A Lanslebourg, paesino adiacente al campeggio, si fanno provviste in un carissimo supermarket di paesino di montagna, quelli tipici a gestione familiare, insomma tanto per capirci di quelli che alla cassa si fanno i conti a penna su un pezzo di carta da commestibili. Compriamo l’indispensabile.
Riprendiamo il nostro viaggio, che ormai ha anche un nome :”Pass Tour2020” e per rendere giusto questo titolo appena lasciato il campeggio affrontiamo quello che è il passo carrabile più alto d’Europa, spesso tappa del Tour de France, ovvero il Col de l’Iseran.

I suoi sono 2770 metri. La strada sale costante, senza strappi, abbastanza larga ma comunque un pò di attenzione nell’incrociare i veicoli nel senso di marcia opposta va fatta. Cominciamo a vedere la prima neve a bordo strada, i ciclisti si contano a decine, per loro questa strada deve essere una pietra miliare e lo è veramente ,testimone del fatto che su al passo assieme a una chiesetta, a un bar \ ristoro e a un negozio di souvenir c’è anche un bel monumento al ciclismo. 

 Forse per l’orario circa le 10, troviamo molta gente e purtroppo non riusciamo a fare la classica fotografia con il treno e il cartello iconografico che segna il nome del passo e la sua altitudine. Cerchiamo un parcheggio di fortuna appena svalicato, e ci godiamo un oretta in questo posto lunare, il freddo non è molto, il termometro dell’auto segna 8 gradi ma il vento si fa sentire. Consumiamo qualcosa al bar dove entriamo rigorosamente con la mascherina, acquistiamo un bel adesivo da attaccare, stile trofeo alla caravan, altri 2 passi e si scende a valle dall’altro versante.
Troviamo un bel parcheggio, punto di partenza di una bella passeggiata che affronterà la Je di circa 7 chilometri tra marmotte e corsi d’acqua, mentre io e i bimbi ci rilassiamo nei pressi del parcheggio compreso un buon pisolino ristoratore. La macchina del caffè alle 16 fa il suo dovere e innonda la roulotte di profumo che tanto ricorda casa. Superata l’indecisione del passare la notte li o no, accendiamo il motore e ci dirigiamo verso il Passo del Piccolo San Bernardo attraversando la bellissima cittadina di Val d’Isere, talmente bella vista solo dai finestrini dell’auto, che ci promettiamo di visitarla in inverno. 

 I tornanti del Piccolo San Bernardo si fanno sentire, la strada è molto lunga e arriviamo in serata, superiamo il classico confine superando l’ospizio militare sulla nostra sinistra e ci sistemiamo per la notte organizzandoci per una bella visita l’indomani mattina.
Scopriamo con entusiasmo e molta curiosità che questo è un luogo molto antico. Terra di passaggio e di confine già all'epoca dell’avanti Cristo. Luogo di preghiera pagano formato da monoliti che spuntano dal terreno a formare un cerchio di 76 metri, curioso il fatto che dal suo centro, al tempo della seconda guerra mondiale, passava il confine Italo\Francese, e subito l’attenzione si focalizza su quello che doveva essere questo passo al tempo del famoso conflitto bellico, un luogo pieno di tensione, testimoniato anche dai grossi blocchi anti carro ancora posizionati e lasciati li a ricordare quel che è stato.

 Il nostro trekking ci porta in quota e riusciamo a vedere la sede stradale che taglia la valle dall’alto, conquistando immagini che difficilmente scorderemo !
Siamo ormai in Italia, in Valle d’Aosta e quindi superata la Thuille, cerchiamo un supermercato per riempire la cambusa come si deve, perché le prossime 5 notti le passeremo lontano da tutto. Dopo un immensa spesa ne pressi di Aosta, ci concediamo l’ultima notte in libera su per la strada che porta a Cogne, troviamo un grande spiazzo che affianca un bel torrente e il rumore dell’acqua che vi scorre dentro ci accompagna tutta la notte .

 Valseverance.

 È la nostra ultima tappa. Qui ci aspetta il nostro amico Max, al campeggio più alto d’Europa a Pont. Campo base per escursioni di livello medio alte nel Parco del Gran Paradiso, qui i metri sul livello del mare sono 2000. Il campeggio è un grande prato, i servizi essenziali ma eccellenti, un buon supermarket fornito, e ottima acqua da bere con fontane stile lavatoi qua e la.
Le passeggiate nei vari sentieri nei dintorni si sprecano e le stellate che ci regala il cielo notturno vengono arricchite da racconti di viaggio davanti a fuochi selvaggi di montagna avvolti da calde felpe e coperte.
E’ stato il viaggio dei record. Abbiamo toccato il comune più alto d’Italia, superato il passo carrabile più alto d’Europa, soggiornato nel camping più alto del vecchio continente e toccato il personalissimo più alto numero di nottate in libera della nostra carriera caravanistica, ben sette notti su quattordici.

  Un Viaggio non lontanissimo da casa, un viaggio senza tanti chilometri all’attivo, un viaggio che è andato ben oltre alle aspettative di questo 2020.

Commenti

Post popolari in questo blog

I Migliori Scatti

NORD TRIP SVERIGE 🇸🇪